Scrittore tedesco. Di estrazione aristocratica, frequentò la scuola
militare di Monaco, partecipando nel 1815 alla campagna di Francia. Abbandonata
la carriera militare, si dedicò a studi letterari e filosofici. Le sue
prime composizioni, influenzate dal Romanticismo, furono le ballate
Il
pellegrino davanti a S. Giusto (1819) e
La tomba nel Busento (1820),
poi diffuse anche in Italia grazie alla traduzione di G. Carducci, affine a
P. nell'interesse per le reminiscenze storiche. Seguirono alcune liriche
di gusto orientale, su imitazione del poeta turco Hafiz, apprezzate dallo stesso
Goethe:
Gazele (1821),
Fogli lirici (1821). I numerosi viaggi in
Italia affinarono il culto di
P. per la bellezza, che sfociò in
una posizione classicistica antiromantica. Nei
Sonetti veneziani (1825),
frammiste a esiti stilizzati si colgono reali acquisizioni poetiche, espressioni
di un estetismo prezioso e malinconico, già consapevole della
sensibilità lirica degli ultimi decenni del secolo. Le commedie satiriche
in versi
La pantofola di vetro (1823),
La forchetta fatale (1826)
e
L'Edipo romantico (1828), per il contenuto fortemente polemico nei
confronti del Romanticismo, attirarono le critiche di H. Heine. Interessanti
appaiono le poesie politiche, come le
Canzoni polacche (postumo, 1839),
ispirate alla rivolta dei Polacchi contro il dispotismo russo, e il poema epico
Gli Abbasidi (1835). Stabilitosi in Italia dal 1826, soggiornando
perlopiù a Roma e in Sicilia,
P. lavorò al dramma storico
La Lega di Cambrai (1833) e al trattato
Storie del Regno di Napoli
(postumo, 1838) (Ansbach, Franconia 1796 - Siracusa 1835).